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28 lug 2025

Fine vita, non con legge regionale

di Luciano Caveri

Visto che c’è chi ha avuto da dire sulla posizione mia e di altri in Consiglio Valle che esprimeva dubbi su di una legislazione regionale in tema di fine vita, giungendo sino a dire che si trattava di rinunciare a prerogative dell’autonomia speciale, ci tengo a citare la Commissione Bioetica dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Questo organismo autorevole ha da tempo avviato una riflessione sul tema generale del “fine vita” e in particolare su quello della morte volontaria medicalmente assistita Così scrive e illumina su posizioni come la mia: “In tempi recenti si sono succedute iniziative politiche volte a introdurre una disciplina regionale della morte medicalmente assistita. La copertura costituzionale di tali iniziative è stata ravvisata nella competenza legislativa regionale in materia di salute, ai sensi dell’art. 117, comma 3, Cost. È da ritenere, però, che tale copertura sia assai dubbia. Si deve considerare, infatti, che lo Stato, ai sensi dell’art. 117, comma 2, lett. l), ha competenza esclusiva in materia di “ordinamento civile e penale”, il che (salvi marginali interventi organizzativi finalizzati all’erogazione delle prestazioni sanitarie necessarie ovvero a regolamentare le procedure affidate alle strutture pubbliche territorialmente competenti) appare di per sé preclusivo di qualunque appropriazione regionale di una competenza in ordine alla fattispecie della morte medicalmente assistita, che involge direttamente profili di diritto penale e di diritto dei rapporti fra i privati. Al di là delle questioni tecnico-giuridiche, in ogni caso, appare irragionevole che una questione sensibile come il fine vita sia oggetto di regolazione differenziata a seconda delle zone del territorio nazionale in cui essa si pone.

Peraltro, le iniziative delle quali s’è detto appaiono essere state sollecitate dall’inerzia del legislatore statale, inerzia che, alla luce della messa in mora da parte della Corte costituzionale, non appare più possibile protrarre. Il Parlamento italiano, anzi, potrebbe cogliere la straordinaria occasione istituzionale di adottare una legge equilibrata, compassionevole e prudente allo stesso tempo, che potrebbe essere esemplare nella stessa esperienza giuridica europea, la cui armonizzazione risulta anche su questo delicato terreno opportuno“. il resto sono chiacchiere o incompetenza.