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26 lug 2025

Questi anni

di Luciano Caveri

Ora c’è una data delle elezioni regionali in Valle d’Aosta: il 28 settembre.

La fissazione del giorno del votazione è avvenuta ieri, il giorno dopo la chiusura dei lavori dell’ultima seduta della Legislatura del Consiglio Valle (definizione ben più evocativa di “Consiglio regionale”).

Come capita in queste occasioni, il clima oscillava fra il divertito e il nostalgico. La Stampa ha titolato “L’ultimo giorno di scuola”, rubandomi la battuta.

Foto di gruppo di tutti e si sono chiusi cinque anni di lavoro parlamentare nella XVI Legislatura.

Dopo un periodo sabbatico, durato sette anni in cui ero tornato al mio lavoro come Capostruttura della RAI, la passionaccia per la politica mi aveva spinto a ritornare in pista, candidato di MOUV’.

Era un salto nel vuoto, dopo una pausa lunga, che è sempre rischiosa per un eletto, seppur di lungo corso. Ma l’esito era stato buono e di conseguenza tornai a sedere nell’aula consiliare, dov’ero già stato in tre vesti nella XII e XIII Legislatura fra il 2003 e il 2013: Assessore, Presidente e consigliere.

Nella rinnovata esperienza mi sono ritrovato Assessore, per la prima metà della Legislatura, con deleghe su istruzione, università, politiche giovanili, affari europei e partecipate e poi, nella seconda metà, le deleghe sono state su affari europei, innovazione, PNRR e politiche nazionali per la montagna. Venni anche nominato come membro valdostano, prima supplente e poi titolare, al Comitato delle Regioni europee a Bruxelles.

Il cambio delle deleghe è avvenuta nel marzo 2003 per un avvicendamento alla Presidenza fra Erik Lavevaz e Renzo Testolin.

Li ringrazio per la fiducia, che spero essere stata ripagata con il lavoro svolto e devo dire che le materie di cui ho dovuto occuparmi sono state impegnative, arricchenti e interessanti. Ho avuto al fortuna nel tempo di avere diverse esperienze elettive: le quattro Legislature da deputato con incarichi interessanti, idem per quella al Parlamento europeo e si sono aggiunti anni di attività al Comitato delle Regioni e qualche seduta al Consiglio d’Europa a Strasburgo.

Quanto mi ha consentita di fare belle esperienze e di imparare molte cose, che mi hanno permesso di accumulare conoscenze ed esperienze, che spero possano risultare ancora utili in futuro.

Non ho la fregola del neofita e neppure la saccenza di chi pensa - perché ha accumulato delle competenze - di “insegnare” agli altri.

Ho sempre pensato che mai si può considerare di essere arrivati e per fortuna lungo il mio cammino politico ho avuto la chance di incontrare tante persone più capaci di me, cui “rubare” capacità e abilità.

In questi anni, ho potuto esplorare mondi nuovi. Mi riferisco in particolare al fascino e alle opportunità possibili del mondo digitale, che irrompono nelle nostre vite e offrono al settore pubblico, nel settore più vasto del termine, eccezionali opportunità di miglioramento e di modernizzazione.

Così come gli Affari europei in profonda trasformazione mi hanno stimolato assieme all’enorme necessità di concentrazione derivante dai progetti molteplici e vari del PNNR. Le politiche della montagna sono per linfa vitale di riflessioni e azioni.

Ho sempre considerato la politica non come un lavoro vero e proprio, ma come un servizio alla comunità da fare con professionalità e dunque non ci si inventa e perciò ho sempre dovuto studiare ed applicarmi per non restare indietro

Ancora oggi, come agli esordi, mantengo lo slancio dei vent’anni, anche se non sono più, purtroppo, quelli.

Per altro, come osservava Charles-Augustin Sainte-Beuve: ”Vieillir est encore le seul moyen qu’on ait trouvé de vivre longtemps”.